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Unconventional Mapping

Nuove prospettive e punti di vista sui luoghi grazie a linguaggi nuovi e insoliti.

Unconventional Mapping nasce dalla volontà di guardare al territorio da un nuovo punto di vista. Il progetto vuole restituire la percezione soggettiva dei luoghi attraverso l’uso della mappa illustrata, grazie all’interazione tra le comunità di quartiere e le realtà culturali, creative e sociali attraverso momenti di condivisione, racconto e memoria.

“C’è una sostanziale differenza tra nostalgia e memoria.
La nostalgia è un valore passivo, al limite negativo,
che nel crogiuolo dei ricordi induce alla malinconia,
alla rassegnazione, al rimpianto di cose passate
che non ritorneranno mai più, che non sono riproducibili,
ripetibili. La memoria invece è un valore positivo attivo, attivo
perché il ricordo non induce il lamento, bensì la riflessione.”

Diego Novelli – Borgo Sanpaolo

Il progetto

Per il progetto Unconventional Mapping sono stati attivati due Focus Gruop, il primo incentrato sulla lettura storica del quartiere, coinvolgendo gli anziani, il secondo invece sul rapporto emotivo che lega i giovani residenti e sui loro desideri per il futuro.
In ogni focus era presente un illustratore.

Il materiale raccolto durante i focus è stato rielaborato dagli illustratori e trasformato in due mappe illustrate che restituiscono i ricordi, i sogni, i progetti degli abitanti per gli spazi del territorio che abitano.

Tutto il processo di lavoro è stato raccontato in una mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo durante la quale è stato possibile, per tutti i visitatori, partecipare a delle azioni di engagement.

Focus 1

10 partecipanti | 4 donne // 6 uomini | Over 60

I partecipanti sono stati invitati a ricordare e condividere un episodio o una fase della propria storia personale che sentissero particolarmente legata ad un luogo del quartiere alla sua storia.
Per ogni ricordo sono stati applicati dei post-it su una mappa ad indicare il luogo del ricordo. Il Focus è avvenuto alla presenza dell’illustratore Roberto Hikimi che ha durante le narrazioni ha abbozzato le idee creative per la realizzazione della mappa.

“Animare l’incontro non è stato assolutamente un problema: rianimare i ricordi e le memorie è stato come gettare un fiammifero in un pozzo di benzina”

Andrea Rosa – conduttore dei Focus Group

Focus 2

11 partecipanti | 7 donne // 4 uomini | Under 60

I partecipanti sono stati invitati a elaborare, tramite la tecnica del collage, dei progetti reali o immaginari di riqualificazione urbana, stimolati dalla proiezione in loop di immagini, mappe, città irreali, atte a stimolare il loro pensiero laterale.
Il Focus è avvenuto alla presenza dell’illustratore Fernado Cobelo che ha durante le narrazioni ha abbozzato le idee creative per la realizzazione della mappa.

“è stato un incontro davvero sorprendente”

Fernando Cobelo – Illustratore del Focus 2

Mappa 1

Una storia di storie

“è stato difficile per me scegliere quali episodi e quali ricordi illustrare e inserire nella mappa. Ciò che mi ha colpito nei racconti delle persone è stata la positività e la gioia presenti nella maggior parte dei ricordi. (…) Sono storie di interazione sociale, di appartenenza al quartiere, ma anche di rapporti tra persone delle diverse origini e provenienze.

Quello che mi ha colpito subito è che erano molto simili ai racconti che facevano i miei nonni quando sono arrivati qui. I colori pastello che ho scelto rappresentano l’idea che il passato non sia una tinta sbiadita, ma un ricordo a colori che vuole trasmettere alle generazioni presenti e future quello che può essere il quartiere e quello che potrebbe tornare ad essere.”

Mappa 2

Un sogno, un'idea, un progetto

“Visto che parliamo di una mappa emozionale, ho pensato di relazionare ogni spazio, ogni palazzo rilevante, ogni piazza, punto d’incontro, ogni attività, ad una parte del corpo.
La mappa quindi si estende sul corpo di un personaggio invece di estendersi su delle vere strade.
Quindi se piazza Sabotino è il fulcro dei desideri del Borgo, allora sarà situato sul petto del personaggio, nel suo centro, perché io credo che si sogni, più che con la testa, con il cuore.
Se il Palazzo Lancia rappresenta il lato artigianale e industriale del quartiere, allora sarà situato su una delle mani del personaggio, perché con le mani che costruiamo i sogni.”

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